Il 31 gennaio 2014 alcune classi dell’Itis E. Mattei hanno partecipato alla conferenza della prof.ssa Chiusaroli Francesca, docente di Glottologia e Linguistica presso l’Università degli Studi di Macerata, al Dipartimento di Studi umanistici.
La professoressa Chiusaroli ha spiegato agli alunni che dal 2012 dirige il blog Scritture Brevi, www.scritturebrevi.it, che consiste in un laboratorio di fatti linguistici legati alle rappresentazioni scritte. Il blog si occupa di analizzare e classificare forme grafiche come abbreviazioni, acronimi, segni, icone e simboli, elementi figurativi, espressioni testuali e codici visivi per i quali risulti dirimente il principio della “brevità”connesso al criterio dell’”economia/risparmio” per influenza dei supporti e dei contesti. I ragazzi hanno appreso chela categoria ha applicazione nelle lingue antiche e moderne, nei sistemi standard e non standard, negli ambiti generali e nei linguaggi specialistici.
Questa esperienza verrà approfondita dai docenti nelle singole classi, attraverso un lavoro di ricerca e di produzione.
Ecco un esempio della ricostruzione storica e dell’evoluzione nel suo utilizzo del segno dell’infinito elaborato dagli alunni D. Moschini e S. Scarponi dalla classe II B:
Il simbolo dell’infinito rappresenta un otto “sdraiato” che simula due universi che si succedono senza fine uno dopo l’altro. Esso può essere definito come l’anello di congiunzione spazio-temporale che unisce vari punti dell’esistenza in un continuo evolversi senza fine; due cerchi che si susseguono senza sosta uno dopo l’altro a rappresentare la materia che segue lo spirito, lo spirito che segue la materia, generazione dopo generazione. L’otto rappresenta la materia perfezionata, perfetta, formato da quattro più quattro, cioè due volte quattro, (il quattro rappresenta simbolicamente la materia poiché indicato dal quadrato che rimane sempre uguale a se stesso, anche cambiando lato di appoggio, esattamente come la materia è sempre uguale, seppure differente sotto certi aspetti a se stessa). Il due volte quattro indica che la materia si ripete anche nel mondo spirituale nel quale trova la sua sublimazione elevata per raggiungere la perfezione.
Il simbolo dell’infinito venne usato dai Romani per esprimere un numero di grandi dimensioni, in molti casi questo numero era 1.000, che a quei tempi veniva considerato un numero veramente enorme (dato anche il tipo di scrittura che si usava in quell’epoca).
John Wallis fu il primo matematico ad usare il simbolo dell’infinito per indicare una quantità infinita nei calcoli matematici, poiché prima questo simbolo era un segreto che solo pochi potevano spiegare o usare.